REFERENDUM MIRAFIORI:L'OPINIONE DI CATELLANI RESPONSABILE SCANDIANO FIOM-CGIL

Il voto del Referendum di Mirafiori è andato oltre alle piu’ rosee aspettative mie e di tutti i militanti FIOM – CGIL
Il 46% dei lavoratori ha avuto la dignità e la forza di ribellarsi al ricatto messo in piedi dalla FIAT.
Di quel 54% che ha votato sì sappiamo che una fetta importante è stata costretta dalla paura di perdere il posto di lavoro , così come annunciato da Marchionne il 23 Dicembre alla firma dell’accordo con CISL, UIL,FISMIC, UGL e ASSOCIAZIONI QUADRI.
La FIOM si è rifiutata di firmare un accordo dove non c’è nessun beneficio per i lavoratori ma solo abbassamento generalizzato dei diritti , la cancellazione dal Contratto Nazionale di Lavoro (si tratta di un vero e proprio contratto di 1° livello che prevede la fuoriuscita di FIAT da Confindustria e la sostituzione del CCNL con un nuovo contratto su misura) e toglie la possibilità ai lavoratori di fare attività sindacale nella FIOM ( non ci potranno essere i delegati FIOM , non avranno diritto alle assemblee sindacali in azienda , non potranno avere permessi sindacali retribuiti )
In pratica in FIAT si cancellano 40 anni di storia sindacale ( Legge 300, Statuto dei lavoratori del 1970) in un colpo solo.
Dietro alla modernità tanto sbandierata i questi giorni c’è tutto questo.
Entrando nello specifico vorrei segnalarvi alcuni aspetti che per me sono fondamentali :

ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Vengono disdetti tutti gli accordi dal 1968 in poi , in materia di orari , tempi di lavoro e organizzazione in genere del lavoro.
Il turno sarà di 8 ore e non più di 7,5 ore con 3 pause da 10 minuti per un totale di 30 minuti , contro i 40 minuti di prima ( i 10 minuti in più verranno retribuiti !!!!!!)
Verranno introdotti turni di 10 ore consecutive per 4 giorni lavorativi alternati ad orari che prevedono 18 turni alla settimana ( dalle 22,00 di domenica alle 22,00 di sabato )

MALATTIA
Ci dovrà essere un ulteriore riduzione della malattia ,anche se MIRAFIORI viene considerato uno stabilimento con pochissimo tasso di assenteismo , se nel 2013 non si arriverà ad un tasso medio del 3,5 % di malattia Brevi ( prognosi inferiore ai 5 gg) ai lavoratori non verranno retribuiti i primi 2 giorni di malattia

STRAORDINARI
L’azienda potrà far ricorso a 120 ore di straordinario obbligatorio ( prima erano 40) pro-capite senza preventivo accordo sindacale.

SISTEMA RELAZIONI SINDACALI
Le organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo non potranno più far eleggere liberamente e democraticamente i delegati sindacali ( RSU) ma saranno sostituite dalle RSA nominate dalla struttura sindacale esterna senza voto dei lavoratori.
Le organizzazioni sindacali che non firmano ( FIOM-CGIL) non hanno diritto , ad avere delegati sindacali, alle assemblee in azienda , alle trattenute in busta paga per gli iscritti e non hanno diritto ai permessi sindacali retribuiti; sono in pratica cancellati dall’azienda.

CLAUSOLE DI RESPONSABILITA’
Il singolo lavoratore e sindacati nel passaggio alla JOINT VENTURE dovranno accettare l’accordo in ogni singola parte .
Se trasgrediranno agli accordi, con azioni individuali o collettive ( sciopero), saranno passibili di provvedimenti disciplinari fino al licenziamento.

Questi sono gli aspetti, ma ce ne sono molti altri , che hanno portato la FIOM a non firmare l’accordo e il 46% dei lavoratori ad uscire allo scoperto e votare NO al referendum nonostante il ricatto evidente a tutti.
Il voto dimostra che la fabbrica oggi è ingestibile, la FIOM rappresenta la maggioranza assoluta tra gli operai delle linee di montaggio a cui vengono chiesti sacrifici senza avere nulla in cambio per cui noi riteniamo che si debba tornare a riaprire la trattativa su nuove basi.
Questo modello di relazioni sindacali non funziona , non può funzionare; spero che le aziende della nostra Provincia, che guardano con ammirazione il modo di condurre le trattative di Marchionne, si convincano che non è la strada giusta da percorrere, soprattutto a Reggio Emilia dove la FIOM rappresenta circa il 85% dei lavoratori iscritti al sindacato.
Noi dal canto nostro vediamo che le soluzioni ci sono, senza uscire dal contratto nazionale e in provincia facciamo contratti ovunque senza mettere in difficoltà le aziende e gestiamo le crisi in modo condiviso ; con la globalizzazione dovremo fare i conti tutti quanti , ma il modello FIAT non è percorribile e questo spero lo capiscono sia le aziende che CISL e UIL.
Alla politica chiediamo che si faccia carico di trovare politiche industriali alternative per il nostro paese perché in caso contrario avremo un arretramento della qualità di vita della società italiana in genere.
Noi non ci rassegniamo all'idea che per continuare a lavorare in Italia si debba rinunciare a diritti e salario conquistati in un secolo di vita della CGIL.

Stefano Catellani , Responsabile FIOM-CGIL
Zona Scandiano