Foto della croce innalzata in onore dei cadutiSabato 14 Gennaio 2011, alle ore 11, una Delegazione del Centro Studi Italia si recherà a Ca’de Caroli per rendere omaggio alla Croce che ricorda le vittime della strage partigiana avvenuta nel Gennaio 1945 nei confronti degli italiani prelevati la notte del 1 Gennaio 1945.
Lo spirito dell’iniziativa è quello della Pietà cristiana, dell’amor di Patria, della riconciliazione nazionale, e della giustizia che non può che fondarsi che sulla ricerca della verità dei fatti.
Le uccisioni di Ca’ de Caroli non sono mai state dimenticate: nel 1994 il gruppo di lavoro raccolto intorno all’Ing. Riccardo Barbieri, fratello del disperso della Rsi Leopoldo, nel Martirologio Reggio Emilia 1943-1946 rinnoverà la ricostruzione della tragedia.
I fatti del 1 gennaio 1945, hanno una loro complessità legata alla situazione dello scandianese in quel periodo bellico.
La prima vittima di una <azione di guerra> partigiana a Scandiano è donna, Clotilde Cattani Tognoli, responsabile del Fascio Femminile, uccisa in strada il 4 maggio 1944: il risultato è la rappresaglia fascista, la sera stessa, contro Ovidio Beucci, ucciso vicino a casa.
Per mesi, successivamente, a Scandiano non vi furono altri fatti di sangue. Altri scandianesi perirono nella guerriglia fratricida, ma altrove: 2 militi vengono trucidati dai partigiani a Cerredolo, dopo la resa del presidio e il 15 ottobre 1944, a Pantano viene fucilato dai tedeschi un partigiano, tutti originari di Scandiano.
Ancora, il 7 novembre: 4 tedeschi perirono cadendo nel Tresinaro in seguito sabotaggio del ponte.
Questa la guerra antifascista a Scandiano fino alla fine del 1944: <la zona [di Scandiano, ndr] da un po' di tempo era preclusa all'azione partigiana>, dice Franzini in Storia della resistenza reggiana, respinta da una <rete efficientissima di spionaggio>. In pratica a Scandiano arrivavano più informazioni ai fascisti che ai partigiani. -(nel recente “C’era freddo dentro il cuore di tutti” di Vanda Busani, questo dato storico fornito dal Franzini è omesso, e si spiega la strage come opera di “schegge impazzite” e tenendo estranei al crimine i vertici partigiani)-.
Per riconquistare l’egemonia nella zona i partigiani organizzano una vera e propria operazione. La Brigata Garibaldi compie un’azione diversiva contro dei soldati tedeschi: <Cogliendo l'occasione del trambusto provocato dai garibaldini -continua il Franzini- i patrioti arrestarono e giustiziarono alcune spie>.
Su questo fatto la Storia della Resistenza non dice altro.
Siamo proprio al 1 gennaio 1945, i “patrioti” (i sappisti di Scandiano?) avevano prelevato COLLI RICCARDO, GANASSI NELLO, LASAGNI PIETRO detto NANNI [di anni 14!], MATTIOLI GUGLIELMO, MONTANARI GIUSEPPE, PRATI RIZIERO, ALFONSO ROSSI, MATILDE ROSSI SPADONI e BICE SACCHI. Tutti sparirono nel nulla.
Ovviamente il fatto che sparissero 9 italiani, tra cui due donne ed un ragazzo, non poteva rimanere senza tragiche conseguenze.
La rappresaglia venne condotta dalla squadra del Tenente Carlotto, componente veneta della Brigata Nera reggiana, che il 3 gennaio arrestò 4 giovani che dopo essere stati seviziati, vennero condotti a Scandiano per la rappresaglia. Lungo il percorso, i militari si scontrarono casualmente con dei garibaldini, subendo la perdita di un milite. A questo punto, sul posto, il Ponte del Tresinaro, la spirale attentato-rappresaglia vide la fucilazione di Nemo Gambarelli, Roberto Colli, Renato Nironi, Mario Montanari.
A guerra finita, il partigiano cattolico Giorgio Morelli, il Solitario, nipote dei coniugi Rossi fra i prelevati del Gennaio '45, riferiva della ricerca sul Monte del Gesso della fossa dove i partigiani avevano sepolto, dopo averlo assassinato, il Brigadiere dei Carabinieri Vasco Filippini (l’omicidio Filippini, rimane ancora avvolto nell’ombra, ignorato ed omesso, pur essendo avvenuto nella zona dove si è indagato per l’uccisione del partigiano Azor da parte di altri partigiani).
Morelli pubblica l’indagine sul giornale La Nuova Penna l’indagine 17 Maggio, il 24 Agosto 1946, fino al 22 Dicembre 1946. Il 27 Gennaio 1946, in località Mattavano di Borzano, il giornalista cattolico viene fatto oggetto di un attentato con armi da fuoco che lo lascia ferito. Morirà per le conseguenze della ferita all’inizio dell’agosto 1947.
Durante questa indagine altre indicazioni riferivano che nel luogo erano anche le fosse comuni dei prelevati il 1 gennaio 1945. Le fosse comuni, riconoscibili per la terra smossa, e la presenza di bottoni, risultavano però vuote.
Da questa circostanza, riferita dal Solitario, nacque il dubbio che i cadaveri fossero stati disseppelliti e distrutti nella vicina fornace di Ca' de Caroli.
Questi i fatti storici fino a quel fatto (il Martirologio della Repubblica Sociale Italiana di Scandiano conta quasi 40 uccisi!).
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Luca Tadolini
Centro Studi Italia