Lapide di Don Carlo TerenzianiGrazie all’ottimo lavoro svolto da Giampaolo Pansa nel suo libro “Il sangue dei vinti”, che riporta alla luce episodi cruenti della nostra storia locale, concentriamo l’attenzione su di un fatto drammatico ripreso nel libro stesso e caduto nel silenzio più assoluto in seguito al timore di ritorsioni, che furono numerose nel teso clima che animò il dopoguerra.
Il caso riguarda Don Carlo Terenziani prevosto di Ventoso barbaramente assassinato il 29 Aprile del 1945 presso il cimitero di S.Ruffino. Don Carlo era stato cappellano della Milizia e per questo condannato a dover pagare.
Fu prelevato da tre uomini mentre si recava alla messa a Reggio in Ghiara, con la forza fu caricato su di un auto e portato a Cà de Caroli e poi a Ventoso. Arrivati in paese fecero scendere il prete che stava in silenzio assorto pregando. Lo costrinsero tra gli scherni e gli sputi a trangugiare vino in osteria. Ognuno di quegli assassini gridava “lo ammazzo io” fu deriso e picchiato prima di essere portato a S.Ruffino e contro il muro del cimitero verso le 12 fu ferocemente mitragliato. Si dice che le sue ultime parole siano state “Viva Cristo Re”. I quattro uomini che lo assassinarono si vantarono del loro gesto, mentre la gente spaventata e sbigottita correva verso casa.
Don Carlo era amato in paese a Cà de Caroli perché aveva contribuito alla costruzione della chiesa, del cimitero e dell’asilo. In seguito il Vescovo di Reggio Emilia Beniamino Socche definì “figli di Caino” i braccianti della morte che operavano sul territorio reggiano e si scagliò contro questi giustizieri criminali.
Oggi di questo atroce crimine rimane solo una lapide le cui parole prive di ogni indicazione riguardanti circostanze di morte e uccisori sono la più autentica dimostrazione del clima di intimidazione che ha sempre circondato questi fatti.
SI IMPEGNA PERTANTO:
il Sindaco e il Consiglio Comunale di Scandiano affinché si dedichi, presso il cimitero di San Ruffino, a Don Carlo Terenziani una lapide che riporti con forme e parole adeguate il ricordo del sacrificio di questo sacerdote
Giuseppe Pagliani
Fabio Filippini
Alessandro Nironi