A MODENA IN SANT'AGOSTINO SI È SVOLTA IERI LA COMM.NE DEL MARTIRIO DI ROLANDO RIVI, CHE IL 18 MAGGIO POTRA' ESSERE GIUDICATO BEATO, OFFICIATA DA S. E. MONS. LANFRANCHI VESCOVO ABATE DI MODENA E NONANTOLA, DISPIACE REGISTRARE L'ASSENZA DI MONS. CAPRIOLIIeri presso la chiesa modenese di Sant’Agostino si è svolta la commemorazione del martirio del servo di Dio Rolando Rivi, il cui processo di beatificazione è iniziato nella medesima chiesa per volontà dell’Arcivescovo di Modena Benito Cocchi il giorno 07 gennaio 2006.
Il giorno 18 maggio prossimo sarà completato il percorso e sarà emesso il giudizio di canonizzazione ed il giovane Rolando potrà essere beatificato.
La funzione successiva al Santo Rosario è stata officiata da Sua Eccellenza Mons. Antonio Lanfranchi Arcivescovo Abate di Modena e Nonantola, alla presenza di circa una decina di sacerdoti, dispiace registrare che non vi è stata la presenza del Vescovo di Reggio Emilia e Guastalla Mons. Adriano Caprioli, san valentino e tutta la vita di Rolando è stata vissuta tra il comune reggiano di Castellarano ed il seminario di Marola anch’essa situata nell’appennino reggiano.
Un fondamentale merito al fine dell’avvio e del buon esito del percorso di beatificazione è da riservare a padre Giovanni Battista Colusso ed a Don Alberto Camellini entrambi deceduti negli ultimi anni ma coraggiosamente battutisi per le beatificazione e la rivelazione della vita di Rolando, oltre a Mons. Luigi Negri Presidente del comitato “Amici di Rolando” Vescovo di San Marino e Montefeltro.
Non pochi ostacoli anche di carattere politico sono stati affrontati, considerato il fatto che Rolando è stato assassinato per mano di un manipolo di partigiani comunisti che prima lo sequestrarono e poi lo accompagnarono a Piane di Monchio sull’appennino modenese dove fu per tre giorni torturato e poi ucciso ed il suo cadavere sepolto in un bosco, nel quale furono accompagnati Don Alberto Camellini ed il padre di Rolando da un partigiano pentito dal rimorso e fu dissotterrato e riconosciuto il corpo.
GIUSEPPE PAGLIANI capogruppo Pdl in Provincia “ROLANDO RIVI SEMINARISTA MARTIRE”
- “Il servo di Dio Rolando Rivi nasce il 7 gennaio 1931, figlio di contadini cristiani, nella casa del poggiolo, a san valentino, nel comune di Castellarano. Il giorno dopo la nascita il bambino riceve il battesimo nell’antica Pieve di san Valentino, dove oggi il servo di Dio è sepolto e venerato.
Fanciullo intelligente e vivace, intimamente amico di Gesù, chierichetto assiduo nel servizio dell’altare, Rolando si sente presto chiamato da Dio a diventare sacerdote. A soli 11 anni, nel 1942, mentre l’Italia è già in guerra, il ragazzo entra nel seminario di Marola con il desiderio di diventare missionario e veste per la prima volta l’abito talare che non lascerà più sino alla morte.
Nell’estate del 1944 il seminario viene occupato dai soldati tedeschi. Rolando, tornato a casa, continua gli studi da seminarista, sotto la guida del parroco, Don Olinto Marzocchini, e porta nel suo paese un’ardente testimonianza di fede e di carità, vestendo sempre l’abito talare, fedele alla messa, alla comunione ed al Santo Rosario quotidiani.
A causa di questa sua testimonianza, così intensa da attirare altri ragazzi verso l’esperienza cristiana, Rolando finisce nel mirino di un gruppo di partigiani comunisti. Il 10 aprile 1945, Rolando viene sequestrato, portato prigioniero a Piane di Monchio sull’appennino modenese, rinchiuso in un casolare per tre giorni, picchiato e torturato.
Venerdì 13 aprile 1945, alle tre del pomeriggio, il ragazzo innocente, a soli 14 anni, spogliato a forza della sua veste talare, viene trascinato in un bosco di Piane di Monchio ed ucciso con due colpi di pistola. Quando Rolando capisce che i carnefici no n avrebbero avuto pietà, chiede solo di poter pregare per il suo papà e per la sua mamma. Anche in quest’ultimo istante, nella preghiera Rolando riafferma la sua appartenenza all’amico Gesù, al suo amore ed alla sua misericordia. Né le percosse, ne la paura, né le minacce, né la morte lo hanno potuto strappare dalla mano del Signore della vita.
Nella sua giovane età, nella sua innocenza Rolando è un’icona dei molti martiri cristiani del nostro tempo, la cui testimonianza, come ci ha insegnato il Beato Giovanni Paolo II, “non deve andare perduta”. Essi infatti ci indicano la strada e ci guidano ad amare oggi Gesù, nelle vicissitudini del nostro tempo, con la stessa semplice totalità.” Dagli “AMICI DI ROLANDO” Un ringraziamento va ad Oscar Bonicelli giornalista e scritto re a cui si deve il saggio su Rolando rivi “Rolando Rivi Seminarista martire”