RUBIERA: Ruozzi (lega nord) interviene in merito alle fiere, sagre, associazioni

Ci sentiamo di condividere in pieno lo sfogo del Direttore della Confcommercio di Scandiano.

Siamo certamente favorevoli al volontariato ed ad ogni iniziativa utile al rafforzamento dello spirito di comunità dei nostri paesi, anche attraverso le feste, di piazza e non. E cosa c’è di meglio che trovarsi a bere e mangiare insieme per rafforzare unità ed identità.

Abbiamo però anche noi notato come spesso queste iniziative esulino ormai dall’iniziale spirito che ufficialmente le motiva per approdare a finalità non sempre così nobili.

Dietro infatti alle “gnoccate” o alle “tortellate” spesso si muovono interessi politici e proselitismo ideologico, a volte dichiarato a volte no.

Ed ancora, non ci sarebbe nulla di male, se , come fa notare la Confcommercio, in queste situazioni, che sono a tutti gli effetti degli eventi gastronomici, e , come tali, soggetti a tutte le normative di competenza anche dei professionisti del settore, venissero fatti gli stessi controlli sulle norme applicate, giustamente, agli operatori professionali.

E l’elenco delle regole in questione è lungo e corposo: innanzitutto igienico sanitarie e sugli operatori addetti alla somministrazione degli alimenti. Siamo sicuri che tutte le pressanti norme richieste dalle Ausl in materia siano sempre rispettate?

C’è poi il capitolo economico: spesso le cifre che si pagano in queste feste per mangiare sono simili a quelle di qualsiasi altro locale pubblico. Come è possibile, visto che i dipendenti dovrebbero essere tutti volontari a costo zero, gli arredi e i coperti sono spesso “volanti” e che invece un locale pubblico ha delle spese fisse altissime , come quelle appunto dei dipendenti?

D’accordo che chi sceglie certe feste lo fa anche per dare un contributo al circolo o alla associazione che l’ha organizzata.

Ma qui entriamo in un altro capitolo, abbastanza oscuro, quello fiscale.

Le associazioni godono di un regime fiscale generalmente molto vantaggioso, oltre a poter ricevere contributi da privati e da enti pubblici.

Però quando somministrano cibi e pietanze a terzi che non siano soci, ed il caso delle feste di piazza, sono tenute ad emettere ricevuta e a registrare gli incassi su cui dovranno pagare le tasse.

Siamo certi che in tutti i casi, come alle recenti tortellate di Rubiera , ad esempio, queste regole siano state rispettate? Ci piacerebbe averne conferma.

A maggior ragione in questo frangente di crisi economica in cui è richiesto a tutti di fare sacrifici, le associazioni o circoli vari sembrano vivere su un’isola felice. Invece di essere pure loro chiamati ad una maggior responsabilizzazione nella spesa, visto la quantità di denaro pubblico che gestiscono, rispondono spesso con riluttanza alle informazioni loro richieste, si trincerano dietro resoconti spesso estremamente autoreferenziali, a volte spalleggiati dalle amministrazioni comunali . Le stesse amministrazioni che amano poi stracciarsi le vesti ad ogni sacrificio imposto loro dal Governo.

E’ giusto quindi pretendere che ci siano controlli su queste realtà, almeno nella stessa misure in cui sono fatti sulle categorie del commercio.

Per evitare anche che, in mancanza di essi, possano prodursi fenomeni di evasione ed elusione fiscale che, visto il regime estremamente benevolo di cui godono, potrebbero agilmente trasformale in “magic box” , scatole magiche in cui si sa a malapena quello che entra ed ancora meno su che strada prende.